La Liturgia del tempo di Quaresima si apre con un simbolo e delle parole che invitano i cristiani a un cammino di rinnovamento: un cammino di lucida riscoperta e di cosciente immersione nel centro del Mistero Pasquale. Le ceneri poste sul capo e le parole che le accompagnano non intendono orientare verso lugubri considerazioni, ma piuttosto realisticamente ricordare ciò che siamo: tesori preziosi in vasi di argilla, vasi più volte spezzati a causa dei nostri peccati e altrettante volte riparati dall’amore di Dio a cui abbiamo chiesto perdono.

Il segno delle ceneri e il digiuno che l’accompagna vogliono ricondurci non solo all’implorazione, ma anche alla speranza che animò tanti personaggi biblici ricordati dalla Storia della Salvezza – per esempio Ester, Giuditta, il re di Ninive nel libro di Giona, il re Davide, il profeta Daniele – tutte persone che sentendosi colpevoli e impotenti, nondimeno si affidarono con piena fiducia alla Misericordia di Dio.
Come i nostri ultimi papi ci hanno più volte unanimemente e simpaticamente ricordato: “ci stancheremo prima noi di peccare, piuttosto che Dio si stanchi di perdonarci”. L’itinerario biblico-liturgico che la Quaresima ci farà percorrere a partire dal Mercoledì delle Ceneri ci offrirà tantissimi argomenti persuasivi capaci di sciogliere la nostra “durezza di cuore”.