Parlare col Dio vivente:
La preghiera è come l’aria che respiriamo, è un’avventura stupenda a cui generalmente e per vari motivi non prestiamo l’attenzione che merita. Forse perché non possiamo stare consapevolmente davanti al Creatore dell’universo e parlargli, dandogli del Tu, senza abbandonare ogni altra preoccupazione e distrazione. Forse anche perché non possiamo mantenere a lungo la tensione emotiva che una simile relazione comporta, senza trascurare tante altre cose che ci stanno intorno.
Il Dio Vivente è davvero come una potente calamita a cui ci sarebbe difficile resistere, se proprio Egli stesso non ci aiutasse nascondendosi e rivelando un poco alla volta solo una scintilla del suo splendore negli eventi quotidiani di cui la vita è intessuta. Così il lavoro, la famiglia, le amicizie e le inimicizie, la gioia e il chiasso dei bambini, oppure il lamento dei poveri e degli ammalati diventano per noi le provvidenziali occasioni e i vari nascondigli nei quali il Dio Vivente (Padre, Figlio e Spirito Santo) “vuole” essere scoperto.
Presenza di Dio:
Dio ci avvolge e ci penetra, si fa conoscere da noi in mille modi, non c’è un posto dove Lui non ci possa ascoltare. Egli non si stanca di bussare alla nostra porta, chiede di sedersi alla nostra mensa, ma tante volte la nostra porta resta chiusa, oppure se gli apriamo lo facciamo in maniera fredda e poco interessata. Ma Egli non cessa di proporsi e rifiuta di imporsi.
Egli ci rivela la sua potenza nella Storia di un popolo misterioso, millenario capro espiatorio, che con la propria sopravvivenza dimostra la fatuità dei vari oppressori idolatrati dalle masse. Egli ci ha parlato nella Bibbia, cioè nei molti libri che raccontano le meraviglie da Lui compiute.
Per la nostra salvezza la Sua Parola è diventata carne nella vita, morte e risurrezione dell’uomo Gesù Nazareno, Figlio di Dio, che ha trascorso la sua breve esistenza terrena pregando con amore, insegnando l’amore e prestando amorevole aiuto a stranieri e connazionali. Dio si è rivelato a noi anche nello Spirito Santo, nel Consolatore onnipotente promesso da Gesù alla Comunità dei suoi seguaci, che sotto il suo influsso, da dubbiosa e codarda com’era finché Gesù fu presente, venne incredibilmente trasformata in una vera “incarnazione aggiunta”, visibile nei suoi seguaci che, come membra vive del Corpo Mistico di Gesù, sono capaci di perpetuare, in ogni regione del tempo e dello spazio, il suo insegnamento e le sue gesta salvifiche.
La consapevolezza della presenza di Dio è il primo e più importante passo quando incominciamo a pregare. Se la preghiera è “parlare a Dio”, è necessario che sappiamo ciò che vogliamo dire e a Chi vogliamo parlare. Ma la ricerca di ciò che vogliamo dire a Dio non è così importante quanto il nostro sguardo sul suo Volto affascinante. Sul suo volto di Padre capace di far festa per ogni nostro ritorno, pieno di vergogna, alla casa paterna. Sul suo volto di Figlio che per noi annienta lo splendore della sua divinità e si fa obbediente fino alla morte di croce. Sul suo volto di Spirito d’Amore che dentro di noi interpreta le nostre pene e le trasforma in preghiera mormorando senza posa la parola più bella: Papà.
Una volta che ci siamo affacciati sulla realtà più profonda del nostro essere nel quale risplende la luce della Trinità e il vortice del Suo Amore le parole e i sentimenti trovano mille modi di esprimersi.
Preghiera silenziosa
Preghiera gestuale
Preghiera cantata
Preghiera recitata
Preghiera meditativa
Preghiera liturgica
Preghiera individuale
Preghiera comunitaria
Preghiera esultante
Preghiera desolata