O Gesù, cosa ti restituiremo

Nella solennità del Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, Vorrei condividere con voi, una preghiera della Beata Maria Candida dell’Eucaristia, Carmelitana Scalza del Carmelo di Ragusa, beatificata da Giovanni Paolo II nel marzo 2004.

«O Gesù, cosa ti restituiremo per un dono così immenso? Hai fatto bene a rimanere in noi: cosa faremo senza di te? Soltanto per te il deserto della vita ha trovato un’oasi ricca di delizie. O Gesù Eucaristia, mi hai creato per te ed io vivo per te. Misericordia eterna, ti ringrazio per il favore inestimabile, che continui a farmi, di non prendere confidenza con te fino a perdere il rispetto che ti devo e a trasformare in abitudine gli atti della mia devozione. Se Tu sei vicino, sento di più il bisogno di abbassarmi al tuo cospetto. Se ti ho ricevuto ieri, sento il bisogno oggi, nel fare comunione, di toccare con più evidenza il mio nulla, e di ammirare la tua generosità e la tua bontà. Così, di fronte e te, vorrei rendere il mio essere umile come la cenere, quasi come la polvere. Non posso abituarmi mai ai tuoi doni: grazie, Gesù!»

Mi piace ricordare che la Beata Maria Candida dell’Eucaristia sembra aver compiuto il miracolo necessario per la sua canonizzazione e, quel che più conta, facendo onore al suo nome. I fatti, che dovranno essere confermati dall’inchiesta canonica del Vescovo della diocesi ed esaminati successivamente dalla Congregazione per le Cause dei Santi (finché il Papa non darà la sua approvazione definitiva si può parlare solo di “presunto miracolo”), si possono riassumere così, allo stato attuale della documentazione raccolta. Il 15 gennaio 2007 si recò a celebrare la S. Messa al monastero S. Teresa delle carmelitane scalze di Ragusa (dove riposano i resti mortali della beata) un sacerdote della comunità di don Divo Barsotti, al posto del padre carmelitano scalzo che normalmente funge da cappellano. Le monache erano avvisate del cambio di cappellano, ma non sapevano che il sacerdote sarebbe stato accompagnato da un gruppo di fedeli associati alla sua comunità.

La sacrestana aveva pensato di rinnovare il Santissimo il giorno 16, nell’anniversario della nascita della beata, per cui nel pomeriggio del 14 controllò, insieme alla madre priora, se c’erano particole sufficienti per il giorno 15; vedendo che ce n’erano una ventina, ne aggiunse 4 sulla patena del celebrante, tenendo conto del numero di fedeli che ordinariamente partecipano alla Messa della comunità nei giorni feriali.

All’inizio della celebrazione, accorgendosi dal coro alto che il numero dei fedeli era più alto del previsto, la priora e la sacrestana chiesero alla beata Maria Candida che intercedesse perché tutti potessero comunicare. Lo stesso fece l’accolito, un medico di 57 anni, quando scoperchiò la pisside che era nel tabernacolo e scoprì che le particole non sarebbero state sufficienti.
Il “presunto miracolo” consiste nel fatto che il celebrante cominciò a distribuire la Comunione con meno di 30 (trenta) particole nella patena, si comunicarono più di 40 (quaranta) persone, e avanzarono più di 50 (cinquanta) particole (i numeri precisi saranno stabiliti dall’inchiesta diocesana).

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