
Oggi il Carmelo Teresiano ricorda la beata Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso, vergine. Al mendo si chiamava Giuseppina Catanea, nacque a Napoli il 18 febbraio 1894. Entrata nel Carmelo di Santa Maria ai Ponti Rossi, il 6 agosto 1933 emise la professione solenne. Nel 1945 fu eletta Priora. Sopporto le dure prove delle malattie e delle persecuzioni abbandonandosi alla volontà di Dio. Contagiava quanti si avvicinavano a lei per la sua profonda spiritualità, umiltà e semplicità, infondendo speranza e fiducia in Dio e nella Vergine Santa. Mori a Napoli il 14 marzo 1948. É stata proclamata beata nel 2008, durante il pontificato di Benedetto XVI.
Vi presentiamo una pagina presa dai sui scritti che oggi troviamo nella liturgia delle letture proprie:
«La volontà di Dio è stata sempre la brama ardente del mio cuore: mai null’altro ho desiderato. Io ho vissuto e vivo di questa volontà divina. Essa mi è necessaria più del pane che mi nutre e dell’aria che respiro. Non saprei farne a meno neppure per un istante! Ho voluto sempre vivere e morire conforme al volere di Dio; ho voluto che la volontà di Dio fosse sempre nei miei pensieri, nelle mie parole, in ogni mia azione, in ogni mio passo. Solo la volontà di Dio ha saputo tramutare i miei dolori in gioia e rendere un Tabor il Calvario della mia vita.
La volontà di Dio è un bacio del suo amore. La volontà di Dio è un abbraccio della sua bontà, che toglie l’anima dalle proprie miserie, per sollevarla in alto nelle sue mani. La volontà di Dio è un atto di tenerezza che deve fare abbandonare l’anima all’amore.
O volontà di Dio, amore infinito, trasporta la mia volontà nella fiamma del tuo amore. Io voglio unirmi a te, mio Dio e mio tutto. Voglio fare tutto quello che a te piace. Voglio che la mia vita sia una continua adorazione, un continuo inno di amore a te, o Dio Uno e Trino. Se anche fossi un serafino di amore, sarei degna del Signore? Se mi consumassi di sacrifici e di pene per Dio, e la mia vita fosse un olocausto, che cosa avrei fatto per te, mio Dio e mio tutto?
Voglio amare Iddio con gli ardori stessi del suo divino Spirito, con l’ardente unzione del suo Amore, amarlo fino a non vivere che per lui solo e non fare più che una cosa sola con lui: una la volontà, uno il desiderio, uno lo spirito. Pensiamo che la nostra piccola voce un giorno sarà voce di gigante, perché voce di gloria per i mezzi che Dio ci dà sulla terra: i dolori, le sofferenze, le preghiere e i sacrifici che incontreremo nella vita. Inabissiamoci in Dio, fondiamoci, annulliamoci in lui solo, e cerchiamo di vivere esultando all’invito: «Veni Sponsa Christi».
La sofferenza è un dolce e caro bacio del Crocifisso. Nulla desidero fuorché la croce che è luce e amore. Signore, tu mi dicesti che avrei patito ogni giorno sempre di più, che mi avresti stesa sulla croce e li mi avresti dato il bacio dell’eterna unione, ed io sospiro questo momento, sospiro questo incontro felice che pur mi costa l’agonia di tutta la vita.
La nostra santa Madre Teresa di Gesù vuole che noi siamo le crocifisse alla Croce di Gesù: è questo il programma della nostra vita. Quando penso che Gesù mi ha messo con lui sulla Croce, sento in me una maternità spirituale, una tenerezza per le anime, una gioia grande, profonda che non so dire. Quante tribolazioni sulla terra, quanti lamenti, quanti sospiri, quante lacrime. Io qui, lontana da tutti, divido le pene di ogni cuore; presento a Dio tutti i sospiri, tutte le lacrime che irrigano questa terra d’esilio. Vivo con l’umanità sofferente…
Quanta consolazione oggi ho sentito nel mio povero cuore. Queste parole nella santa Comunione mi hanno sollevato: «Figlia, sarai tutta mia e sempre più mia». Proprio ciò che brama ardentemente l’anima mia. O carità grande del mio Signore! O bontà ineffabile! O Gesù Amore, io ti ringrazio e ti amo. In tutti gli atomi di polvere vorrei scrivere col mio sangue: Ti amo, Gesù, salva le anime».