Festa della Santa Trinità

O Santa Trinità d’Amore!

Il 21 novembre del 1904, Elisabetta della Trinità, Carmelitana Scalza, scrive di getto un’Elevazione alla Santissima Trinità. Questa preghiera è la testimonianza più evidente di una vita totalmente trinitaria; possiamo definirla un’offerta di se stessa al Dio Uno e Trino, perché lo Spirito d’amore “discenda” in lei, come è discesa nella Vergine Maria. Elisabetta, nella sua Elevazione, desidera essere “preda” del “Fuoco” che consuma senza consumare ed esprime anche la sua ambizione di assumere tutta la sua “umanità” nel Mistero del Verbo. Sarà anche il mio e il tuo destino! Il mio e il tuo cielo?

Ecco il testo dell’Elevazione di Elisabetta:

«Mio Dio, Trinità che adoro, aiutatemi a dimenticarmi interamente,
per fissarmi in voi, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità; che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da voi, mio immutabile Bene, ma che ogni istante mi porti più addentro nella profondità del vostro mistero.
Pacificate la mia anima, fatene il vostro cielo, la vostra dimora preferita e il luogo del riposo; che io non vi lasci mai solo, ma sia là tutta quanta, tutta desta nella mia fede, tutta in adorazione, tutta abbandonata alla vostra azione creatrice.

O mio amato Cristo, crocifisso per amore,
vorrei essere una sposa del vostro Cuore;
vorrei coprirvi di gloria e vi chiedo di rivestirmi di Voi stesso,
di immedesimare la mia anima con tutti i movimenti della vostra Anima,
di sommergermi, d’invadermi, di sostituirvi a me,
affinché la mia vita non sia che un’irradiazione della vostra vita.
Venite nella mia anima come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore.

O Verbo Eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarvi;
voglio farmi tutta docilità per imparare tutto da voi.
Poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze,
voglio fissare sempre Voi e restare sotto la vostra grande luce. O mio Astro amato, incantatemi, perché non possa più uscire dallo splendore dei vostri raggi.

O Fuoco consumatore, Spirito d’amore,
scendete sopra di me,
affinché si faccia della mia anima come un’incarnazione del Verbo,
ed io sia per Lui un’aggiunta d’umanità nella quale Egli rinnovi tutto il suo mistero.

E Voi, o Padre,
chinatevi sulla vostra piccola creatura,
copritela con la vostra ombra, e non guardate in lei che il Diletto
nel quale avete riposto tutte le vostre compiacenze.

O miei TRE, mio Tutto,
mia Beatitudine, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo,
mi consegno a Voi come una preda.
Seppellitevi in me, perché io mi seppellisca in Voi,
in attesa di venite a contemplare, nella vostra luce,
l’abisso delle vostre grandezze».

Beata Elisabetta della Trinità

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